“Piano Verticale” – La recensione di Adriano Ghirardo su “The Mellophonium Online”

Antonio Fresa, quarantaseienne pianista napoletano, rientra a pieno titolo fra i musicisti che, nonostante premi e riconoscimenti di critica, faticano ad essere conosciuti al di fuori della ristretta cerchia di appassionati. Ed è difficile capirne le ragioni in quanto la sua musica è fruibile e lontana dagli sperimentalismi che rendono ardua l’affermazione di molti colleghi contemporanei.

Le composizioni, spesso utilizzate come colonne sonore per il cinema italiano, uniscono jazz e melodie semplici, ma mai banali, con un gusto per la miniatura tipicamente giapponese. E la passione per il Giappone si evince sia dalla semplicità delle trame assimilabili ad un film di Ozu o alle partiture romantiche di Sakamoto che negli haiku, dedicati ad ogni brano, scritti da Lorenzo Marone.

Il brano “Hanami”, dedicato alla festa nipponica della fioritura dei ciliegi, testimonia inoltre lo spirito di rinascita sotteso ad un disco in cui le tinte pastello prevalgono sui colori accesi.

In questa prima parte di una trilogia dedicata al pianoforte Fresa si avvale della collaborazione, tra gli altri, del noto trombettista Luca Aquino (“Ispirazione”), del sax soprano di Raffaele Casarano e di un quartetto di archi che aggiunge pathos alle partiture.

In attesa delle prossime avventure resta impresso un tocco pianistico delicato al servizio di musica descrittiva e suadente. Il cinema italiano, e non solo, avrà materiale adeguato per i prossimi anni.


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