Gli Stone Foundation calvalcando l’onda della bella e prestigiosa collaborazione con Paul Weller, gia produttore dell’album “Street Rituals”, ritornano con un nuovo album “Everybody, Anyone“.
Undici nuove canzoni, come accaduto in precedenza, arricchite da una serie di collaborazioni di lusso, tra cui Kathryn Williams, Dr Robert, Mick Talbot, Steve White e Hamish Stuart dei “The Average White Band”.
Anche in questa occasione Paul Weller è presente nel disco, dove suona il pianoforte, la chitarra e partecipa alle seconde voci.
Questo quinto album in studio della band di Midlands è stato registrato presso i Black Barn Studio di Weller ed è prodotto da Neil Jones e Neil Sheasby, membri fondatori della band, con gli arrangiamenti di Charles Rees.
La band, sostenuta e incoraggiata dall’ottima accoglienza ricevuta con il precedente album, ha preso una direzione musicale leggermente diversa che sembra funzionare alla perfezione.
Dopo un lungo tour, con indimenticabili concerti da protagonisti come quelli presso lo Shepherds Bush Empire e al Glastonbury, la band era così entusiasta che è tornata subito in studio per iniziare a lavorare a “Everybody, Anyone” proprio nel momento in cui il processo creativo era in pieno sviluppo.
Rispetto al disco precedente, “Everybody, Anyone” si regge su vibrazioni funk più potenti.
Parlando dell’album, il bassista Neil Sheasby dice: “In recent years I’ve heard a lot of records with great grooves but there’s no song, the message & melodies were still key to the records creation. To me it sounds like a very cohesive collection of tunes, a body of work that hangs well as a complete album. The next natural step for Stone Foundation”.
Il cantante e chitarrista Neil Jones ha aggiunto: “We wanted to make tunes that would unite people no matter what their background or beliefs may be and also for the first time in a while explore topics closer to home that effect us all, such as family, loss and finding comfort in some of the darker times we all face. It was important we changed the sound and made it harder and heavier and ultimately funkier and to me these 11 tracks sound like 8 musicians maturing and developing as players (with a little help from some good friends)”
La prima traccia tratta dall’album è uno splendido brano soul della durata di sette minuti “Standing on the Top“. Grazie alla sua linea di basso, ai giri di chitarra avvolgenti e alla splendida voce, è il brano perfetto per spiegare il nuovo percorso della band.
Il video, realizzato dal regista Joe Harvey in vari luoghi vicini e cari alla band, ha catturato alla perfezione il mood della canzone.