Emanuele Sartoris with Roberto Cifarelli
“Inquadratura di Composizioni”
Inquadratura di composizioni è un progetto multimediale che nasce dall’incontro tra il pianoforte di Emanuele Sartoris e l’obiettivo di Roberto Cifarelli, un lavoro di sinestesia tra immagini e suono, una fusione tra arte visiva e musica. Il progetto pubblicato il 29 marzo per la Tǔk Art, sezione della Tǔk Music dedicata alle forme del figurativo.
Si tratta di un vero e proprio lavoro a quattro mani che prevede quattro brani commissionati da Sartoris a Cifarelli e quattro idee fotografiche che Cifarelli ha assegnato a Sartoris. Ogni commissione é stata estremamente libera facendo si che ognuno potesse far suo e personale lo sguardo sull’argomento scelto.
“Riflessioni Sonore”, è stato il punto di partenza dell’opera, la prima foto sulla quale Sartoris ha iniziato a lavorare. Più che uno scatto si tratta di una vera e propria composizione pittorica in cui la foto sembra passare attraverso lo specchio per dare vita a qualcosa di totalmente nuovo. Con negli occhi l’impressione di questo scatto Sartoris ha realizzato un brano che passasse attraverso lo specchio, qualcosa che fosse sé stesso ma che terminasse capovolto come se il riflesso lo avesse distorto generando qualcosa di totalmente innovativo. In questo passaggio i suoni e le armonie cambiano, la stessa voce di Roberto che inizialmente enuncia il pezzo, al termine del brano risulta capovolta.
Nella creazione dei vari brani talvolta si è partiti da elementi semplici come nel caso di “Sympatheia” per il quale Cifarelli ha selezionato per Sartoris alcuni dei suoi meravigliosi scatti dedicati a Wayne Shorter, artista amato da entrambi scomparso da poco più di un anno. Talvolta invece la costruzione è scaturita da un processo più complesso, come per esempio er esempio la richiesta di rappresentare visivamente il vento in Zefiro, l’anima con Archè o Il tempo con l’omonimo brano. Per contro Cifarelli ha chiesto a Sartoris di lavorare su alcune tecniche spesso utilizzate come i celebri “mossi” nel brano “Immobile” dove la composizione descrive la frenesia di questa tecnica fotografica attraverso cambi ritmici ed armonici repentini.
Da un incontro avvenuto per caso in un noto locale milanese in occasione di un concerto grazie all’amico comune Massimo Bernardin, Sartoris riceve l’invito a vistare l’Atelier “Atmysphere” di Cifarelli dove scatta la scintilla che porterà alla collaborazione tra i due artisti che decidono di creare insieme un’opera d’arte totale che potesse unire in maniera profonda le abilità artistiche umane e creative.
Da questo incontro fortunato nasce “Inquadratura di Composizioni”, un lavoro nuovo nel modo in cui vengono fuse ed incluse le due arti, in cui il disco ed il CD non sono solo utili a sentire ma anche e soprattutto a vedere la musica, motivo per cui l’oggetto fisico Vinile e CD, dotati di QR code che portano a contenuti multimediali, diventano necessari per poter entrare ed immergersi non solo nella visione artistica degli autori, ma in un mondo nuovo in cui senza immagini non ci sarebbero suoni e viceversa.
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Brevi note biografiche
Emanuele Sartoris
“Il jazz é un viaggio nell’ignoto. É come quando in un limpido giorno d’estate le fitte fronde di una schiera di vertiginose betulle si accorda con il vento per comunicare con gli uomini attraverso un linguaggio libero e segreto di cui solo loro conoscono il significato. Per il me il jazz é la libertà di saper cogliere quel mistero, la libertà di raccontarlo, l’indipendenza di rimanerne affascinati”.
Così Emanuele Sartoris racconta che cos’è per lui il jazz in esordio del capitolo a lui dedicato nel libro “Il jazz e l’Italia cento musicisti si raccontano 1923-2023” scritto dal critico musicale e docente di storia del jazz presso il conservatorio di Alessandria Guido Michelone, testo in cui Sartoris é il più giovane musicista di jazz citato tra le star nazionali del settore.
Emanuele Sartoris è una figura di spicco nel panorama musicale jazz italiano. Avviato allo studio del pianoforte dall’età di 10 anni, Sartoris mostra presto un vivo interesse per il Blues e la musica afroamericana, per poi approfondire la tradizione classica e la musica moderna. Il suo percorso nella musica jazz prende slancio frequentando seminari di improvvisazione e orchestrazione, culminando con il diploma ottenuto sotto la guida di Dado Moroni presso il Conservatorio di Torino. Qui, Sartoris si laurea in Composizione ed Orchestrazione Jazz con lode, guidato da maestri del calibro di Furio Di Castri e Giampaolo Casati.
Riconosciuto tra i migliori studenti del suo corso, ha l’opportunità di perfezionarsi a New York presso la prestigiosa Juilliard School. La sua carriera lo vede esibirsi in numerosi festival di rilievo, quali il Torino Jazz Festival, Open Papyrus Jazz Festival, Novara Jazz Festival, e oltre i confini italiani, al Joroinen Music Festival in Finlandia.
Sartoris unisce alla sua intensa attività concertistica un impegno didattico di rilievo, tenendo seminari come “Piano Experience” alla Fiera Internazionale del Pianoforte di Cremona e insegnando come tutor al Conservatorio di Torino. La sua presenza come ospite musicale stabile nella trasmissione “Nessun Dorma” su Rai 5, condotta dal giornalista Massimo Bernardini, lo ha portato a collaborare con artisti di fama come Eugenio Allegri, Eugenio Finardi, Patrizio Fariselli, Enrico Rava, Tullio De Piscopo, Stefano di Battista, Fabrizio Bosso, Gianluigi Trovesi e molti altri.
Ad oggi porta avanti la sua attività di divulgatore presso la trasmissione “La storia del jazz” insieme al conduttore Claudio Messora per la rete televisiva privata Byoblu.
Il suo contributo alla musica jazz si estende anche all’attività discografica, con pubblicazioni di rilievo come “I Suoni del Male” in duo con Marco Bellafiore, il piano solo “I Nuovi Studi”, e “Téchne” con i Night Dreamers per l’etichetta Alfa Music. Tra le sue ultime produzioni, spiccano l’omaggio a Cesare Pavese “Verrà la Morte e Avrà i Tuoi Occhi” e “Notturni” in duo con il noto bandoneonista Daniele di Bonaventura, quest’ultimo album celebrato tra i migliori cento album del 2021 da JazzIt Awards.
Roberto Cifarelli (il musicologo Maurizio Franco scrive di lui)
Nei luoghi in cui in Italia si suona jazz, la figura di Roberto Cifarelli è ormai da anni parte integrante della scenografia. Divorato da una passione inesauribile, con la sua presenza comunica a tutti gioia, serenità, entusiasmo e per questo motivo le sue rare assenze si notano, perché ormai siamo tutti abituati a vederlo con l’immancabile macchina fotografica mentre coglie gli attimi della tensione creativa, le emozioni che la musica gli comunica.
Cifarelli, classe 1964, ha compiuto tutto il percorso che separa gli scatti del dilettante di gusto da quelli del professionista, e lo ha fatto senza perdere un’oncia di quella passione per la musica, di quel rispetto per i musicisti che si avverte in tutte le sue fotografie, anche in quelle degli anni di apprendistato. Anni che hanno avuto termine nel 2002, quando nel libro Emozioni, scritti, immagini del jazz italiano, originale nella sua impaginazione che univa le foto a brevi note dei musicisti ritratti, ci consegnava il primo, compiuto atto d’amore verso i protagonisti di quel mondo di suoni che ama sopra tutti gli altri.
Da allora, Roberto Cifarelli è diventato un professionista della fotografia dello spettacolo, ma non ha perso la tensione che anima il dilettante, inteso però come colui che in maniera competente si “diletta” (al più alto livello) con un fenomeno artistico e spirituale. Così, il suo mondo di immagini ha trovato sempre più spazio nelle riviste specializzate, Musica Jazz in testa, (ma anche Jazzit, Downbeat, Amadeus, Insound) nelle copertine di libri o degli album pubblicati da grandi etichette, come la Blue Note e la ECM, o da intraprendenti Indies quali Splasch, Map, Abeat, Alfa Music, Cam Jazz, Via Veneto. Ed anche nelle innumerevoli rassegne che lo hanno invitato ad esporre: da Piacenza a Gallarate, da Iseo alla Brianza, da Vicenza a Udine, Vignola, Ivrea ed anche Colonia, in Germania.
Collabora attivamente con i musicisti in progetti multimediali che mettono in rapporto la musica con l’immagine ed ha ideato lo spettacolo Pentafotogramma, nel quale documenta in diretta il “pre” e il “durante” di concerti di artisti quali Antonello Salis, Enrico Rava, Paolo Fresu, Stefano Bollani, Beppe Caruso, Renato Sellani e Max De Aloe. Questo rapporto stretto, di amicizia e conoscenza, che lo lega ai musicisti è anche il segreto dell’immediatezza delle sue foto, che al di fuori di ogni ricerca formalistica cercano soprattutto di far uscire non tanto il fotografo, quanto il musicista, la sua peculiare gestualità. Forse per questo le sue immagini trasmettono lo stesso calore e la medesima serenità che si provano stando al fianco dell’uomo Roberto Cifarelli.