Emanuele Sartoris

Viene avviato allo studio dello strumento nel 1996 all’età di 10 anni presso Don Giuseppe Rosso, il sacerdote di una piccola cappellania che per passione e necessità di formare nuovi organisti si dedica all’insegnamento del pianoforte.

Sono 4 gli anni in cui studia con lui imparando gli elementi essenziali di solfeggio, tecnica ed armonia.

In concomitanza con la fine di questo percorso inizia da autodidatta ad interessarsi al Blues ed in generale a tutta la musica nera.

Terminati i 4 anni con il sacerdote viene iscritto alla vicina scuola comunale di musica di Saluggia.

Qui, sotto la guida degli insegnanti, accosta allo studio della letteratura pianistica classica brani di musica moderna.

Rimane in questa scuola, seguendo i seminari estivi proposti e partecipando ad alcuni concorsi, fino al 2003 dove in occasione di un seminario estivo organizzato dalla scuola “V. Baravalle” di Fossano a Limone Piemonte incontra Paolo Gambino con cui decide di frequentare le lezioni a Fossano nel biennio che va tra il 2003 e il 2005.

Durante questo periodo si dedica in modo più approfondito alla musica Jazz frequentando con lo stesso docente ad Alassio l’ennesimo seminario estivo.

Nel 2006 si iscrive al centro Jazz di Torino dove frequenta le lezioni di Daniele Tione per un anno per proseguire poi il suo percorso da autodidatta frequentando le jam session del Jazz club di Biella e iniziando in parallelo l’attività concertistica con altri musicisti in particolar modo in trio con contrabbasso e batteria.

In questi anni la scuola di Musica “Opificio dell’Arte” in Biella gli propone di insegnare pianoforte moderno, attività che svolge per un anno occupandosi dei numerosi allievi che gli vengono affidati.

Nel 2008, nel costante tentativo di approfondire e migliorare le proprie conoscenze nel Jazz scelglie nuovamente di affidarsi ad una guida esperta ritornando a lezione da Daniele Tione, sia privatamente che presso la scuola di musica F. A. Vallotti di Vercelli, occasione in cui ha modo di frequentare anche i corsi di tecnica dell’improvvisazione ed orchestrazione tenuti dal Maestro Alberto Mandarini.

Spinto ancora una volta dal desiderio di migliorare e poter certificare il proprio percorso formativo nel 2012 si iscrive presso il conservatorio di Musica G. Verdi di Torino al triennio di pianoforte jazz.

In questi anni ha il privilegio di poter essere allievo di Dado Moroni, pianista di fama internazionale, frequentando inoltre lezioni con altre stelle del Jazz quali Furio Dicastri, Giampaolo Casati, Emanuele Cisi, Bebo Ferra diplomandosi in Pianoforte Jazz nel 2015.

Ha inoltre la fortuna di conoscere e frequentare le lezioni del Maestro Massimiliano Génot, il quale lo avvia allo studio del pianoforte classico e all’approfondimento della tecnica pianistica.

Nel 2015 si iscrive al biennio di Composizione Jazz del medesimo conservatorio affiancando all’attività di studente quella didattica presso Music Studio di Massimo Barbiero senza mai abbandonare quella concertistica, con un repertorio che si staglia dalla tradizione degli standard del Jazz fino alle sue numerose composizioni.

Tra le attività svolte in questi anni si sottolineano la selezione da parte dei docenti della Julliard per suonare sul palco del Torino Jazz Festival, la partecipazione in trio quartetto e piano solo all’edizione dell’Open Papyrus Jazz Festival di Ivrea del 2016, 2017 e 2018, Novara Jazz Festival, Moncalieri Jazz Festival al simposio d’arte contemporanea tenutosi in Austria a St. Anton am Arlberg, Narrazioni Jazz 2017 per l’associazione “Giardino Forbito”, l’invito del suo quartetto presso il Joroinen Music Festival in Finlandia e il seminario sull’improvvisazione cross-over tenuto presso “Piano Experience” Fiera Internazionale del pianoforte di Cremona insieme a Massimiliano Gènot.

Nel 2018 gli viene assegnata la giornata principale dell’International Jazz Day presso il museo Borgogna di Vercelli organizzata dalla prestigiosa società del quartetto.

Nel 2017 riceve l’incarico da parte del conservatorio di Torino per l’insegnamento in qualità di tutor di Pianoforte complementare Jazz affiancando il docente Nico Morelli per un totale di 150 ore e circa 25 allievi.

Si laurea con il massimo dei voti in composizione ed orchestrazione jazz ad ottobre 2017 presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino.

Significativa per il 2017 la partecipazione come ospite musicale a sei puntate della trasmissione “Nessun Dorma” condotta da Massimo Bernardini e mandata in onda in prima serata su Rai 5.

Tra le collaborazioni in trasmissione si sottolineano quella con l’attore Eugenio Allegri durante il suo monologo sul celebre romanzo di Alessandro Baricco “Novecento” e l’arrangiamento ed esecuzione del brano “Speakering” di Ivano Fossati innanzi all’autore stesso.

A luglio 2017 riceve l’incarico per insegnare musica durante le ore curricolari presso la scuola elementare privata parificata BEST Torino occupandosi anche dei corsi pomeridiani di pianoforte.

E’ stato ospite a New York agli inizi di ottobre del 2017 per la vincita di una borsa di studio venendo selezionato dalla Jullliard tra i migliori studenti del conservatorio per frequentare presso di loro una settimana di lezioni.

Reduce da una tournèe a Madrid terminata il 5 novembre alla celebre sala Clamores, il 16 novembre esce ufficialmente per la prestigiosa etichetta Dodicilune il suo disco in duo con il contrabbassista Marco Bellafiore dal titolo “I Suoni del Male” che vanta le note di copertina del conduttore TV Massimo Bernardini ed è distribuito da IRD presso Feltrinelli e le migliori catene di vendita italiane.

Nel 2018 la collaborazione con la trasmissione “Nessun Dorma” viene sottoposta a contratto con la Rai trasformando la sua partecipazione da saltuaria ad essere ospite musicale fisso, collaborando direttamente con ospiti del calibro di Enrico Rava e Tullio De Piscopo.

Il nuovo lavoro discografico in piano solo del musicista e compositore torinese Emanuele Sartoris, che Carla Moreni, autorevole critico di musica classica de Il Sole 24 Ore, colloca in quella “terza corrente” cara a Gunther Schuller, una dei massimi pensatori del jazz.

Si legge infatti nelle note di copertina da lei redatte: “Se fosse ancora vivo, Gunther Schuller, uno dei giganti del jazz americano nella seconda metà del novecento, prenderebbe subito sotto la propria ala questa raccolta di Emanuele Sartoris. Felice di ritrovare un giovane compositore italiano così perfettamente allineato a quel concetto di ‘Third Stream’. Nel 1957, quando per la prima volta si coniò il termine, divenuto poi di uso comune, Emanuele Sartoris era ancora ben lontano non solo dal pianoforte e dal mondo della musica, ma persino dall’essere al mondo. Perciò colpisce – e diventa spunto per riflessioni – questa sotterranea vitalità di attitudini e sensibilità, che attraversano intatte lo scorrere del tempo, e che si impongono ancora al nostro presente, rendendo la storia trampolino del futuro. I dieci brani del CD sono tessere di un unico mosaico, ciascuna costruita secondo una forma e una precisa compiutezza.”

Umberto Petrin scrive: “E’ un bel disco, ma aldilà del valore tecnico, la cosa che mi colpisce maggiormente è il tocco, il suono, che ha personalità e rende vivace tutto l’insieme. E’ sempre più raro trovare musicisti dell’area jazz (senza parlare dei pianisti) che non cadano in inutili tecnicismi o piacionerie che magari stupiscono ma annoiano perché non comunicano nulla. Mi fa piacere notare che Emanuele badi molto anche all’espressività, al suono che trasmette emotivamente. Questo disco segna un passaggio e ringrazio Emanuele per avermi reso partecipe di questa novità.”

Guido Michelone sul quotidiano “Il Manifesto” scrive: “Fin dalle origini il jazz guarda alla classica quale fonte ispirativa, oggi però l’attenzione sembra più mirata ed esclusiva; il giovane Emanuele Sartoris ne “I Nuovi Studi” va persino oltre, nel senso che parte dai classici (Skrjabin, ma anche Litz e soprattutto Chopin sul piano concettuale) per riscrivere e reinterpretare il conceto di ‘studio’ romantico, nel fruttuoso equilibrio tra pentagramma e improvvisazione.”

“Coraggioso mischiare Bill Evans, Chopin, brani originali … ma del resto la musica non ha confini. L’importante è fare musica con onestà e tutte le tracce del disco “I Nuovi Studi” di Emanuele Satoris non sono ‘forzate’. Si sente che ama la musica classica e del resto se suona bene il jazz lo deve anche a delle basi classiche robuste. Non mollare …” – Ferruccio Spinetti